Le prime bottiglie stappate al Ristorante La Terrazza di Asolo, locale Tappa Montelvini.  La numero 1 era stata tappata a Vinitaly dal Gastronauta Paolini
 
Si chiama Il Brutto. È il nuovo Prosecco Asolo DOCG sui lieviti, o Colfondo come viene comunemente indicato nel dialetto locale, da oggi disponibile nella rete vendita di Montelvini.
Era stato imbottigliato pochi giorni prima di Pasqua, come vuole la tradizione, con la bottiglia numero uno simbolicamente tappata da Davide Paolini, il Gastronauta di Radio 24, durante una cerimonia a Vinitaly. Ora, concluso il periodo di fermentazione, è pronto per il consumo. Le prime bottiglie sono state stappate nel corso di una serata al ristorante La Terrazza di Asolo, primo evento organizzato in una Tappa Montelvini, il nuovo circuito di locali selezionati e garantiti da Montelvini.
Il Brutto è un Prosecco Superiore Asolo DOCG, il cui disciplinare rispetta i rigidi dettami imposti dal Consorzio di Tutela, come le basse rese per ettaro, che lo hanno reso fiore all'occhiello tra tutte le denominazioni prosecco. “Qui viene proposto nella versione più tipica del nostro territorio – spiega Alberto Serena, vicepresidente Montelvini – quella che bevevano i nostri nonni, quando non esistevano le autoclavi e la fermentazione avveniva spontaneamente al risvegliarsi della primavera”. Un vino che rispetta il ciclo delle stagioni, che una volta imbottigliato non si può correggere come avviene con il Metodo Classico, che dopo la sboccatura viene completato con i dosaggi. Un vino sempre diverso di bottiglia in bottiglia, che continua ad evolvere nel corso dell'anno, regalando ogni volta un'emozione diversa.
Il Brutto è un vino con un'anima – osserva Alberto Serena – non è facile, ma è schietto. Non esprime grandi note floreali e fruttate come gli charmat, ma porta in dote una grande complessità grazie ai lieviti che conferiscono mineralità al naso e morbidezza al gusto, nonostante l'assenza di zuccheri. E poi il torbido è sempre affascinante”. 










L’IMPORTANZA DI CREDERE NEI BIANCHI E A BORGO STAJNBECH CI CREDONO DAVVERO


Una verticale di Lison Classico Docg con i vini della Cantina Borgo Stajnbech dal 2013 al 2005

Proprio qualche settimana fa, sono stato invitato da Michelangelo Tagliente in una Cantina tra i confini di Veneto e Friuli, e insieme a Paolo Ianna abbiamo avuto l’occasione di essere depositari di una grande verticale, insolita, che  ha sottolineato le doti di un vitigno, il Tocai, che da queste parti hanno chiamato Lison e se coltivato in zone si grande tradizione vitivinicola può fregiarsi del titolo di “ Classico”

Siamo a Belfiore di Pramaggiore a qualche chilometro da Venezia nell’Azienda Borgo Stajnbech, ci accolgono i produttori, Giuliano Valent e Adriana Marinato che in un attimo ci fanno sentire a nostro agio in un ambiente davvero familiare, saranno i profumi di vino, sarà il camino con le braci pronte, sta di fatto che ci sentiamo gradevolmente coinvolti in questa degustazione ma prima due parole di introduzione del vitigno e del territorio che come già ricordato qui chiamano Lison Classico Docg. 

Si dice essere Friulano, ma sembra sia stato portato dai francesi nelle zone della Laguna Veneta, da dove poi avrebbe proseguito il cammino verso le terre friulane, trovando proprio nelle zone di Portogruaro, Pramaggiore e Annone Veneto il suo terroir più congeniale, soprattutto nella zona di Lison il terreno regala suadenti profumi all’uva, che deve avere un  grappolo piccolo, e deve maturare a spargolo molto aperto con l’acino rotondo e masticandolo possiamo sentire in bocca  una bella  aromaticità.Poi arrivano i profumi, quelli di  tiglio, fiori di acacia floreale giovane,  e  un bel tocco minerale con una piacevole  sapidità, e con la maturazione e l'evoluzione arrivano anche sentori di mandorla amara. La vinificazione avviene con la crio-macerazione, questo regala ai vini più longevità e persistenza dei profumi.

Seguendo poi il racconto di Giuliano, percepiamo anche la passione di un produttore che desidera soprattutto farci conoscere la sua filosofia del Lison Classico, e allora l’attenzione nelle potature, e al massimo 8/10 gemme per ceppo al fine di ottenere la qualità nei vini,  sia bianchi che rossi.
Come dicevo, una verticale insolita con un 2013 ancora in botte, che andrà in bottiglia verso fine giugno e sugli scaffali lo troveremo intorno a ottobre, ma il vino ha già un suo abito, dotato di gradevole beva, con profumi di pera, una leggera acidità e una bella mineralità. Poi dal 2012 all’2011 e il 2010 li troviamo di carattere, i profumi sono delicati, bella mineralità e struttura, con un finale lungo.
Nel 2009  trovo un naso piacevole, ottima la presenza in bocca, il vino è fine, persistente, ma sottolineo l'eleganza e la piacevolezza. Dal 2008 la legge impone di non pubblicare la denominazione Tocai, ma Lison Classico;  in questa annata e nell’annata 2006 trovo l’evoluzione dei profumi, che mettono in risalto il vino e fanno parte di un corredo molto personale. Forse una leggera sensazione di ridotto possiamo appena percepirla che se ne va ruotando leggermente il bicchiere, e vi garantisco, una beva davvero piacevole, mentre il 2005 tiene bene i suoi anni, e concede sentori di frutta candita e pesche sciroppate.



La cosa che sorprende, è come abbia tenuto il vino, un vino bianco che di solito si dice, destinato al consumo entro un paio d’anni,  ma che contrariamente all’immaginario collettivo, se tenuto  bene, in una buona cantina,  regge negli anni e ci regala belle soddisfazione, forse è questo che i produttori dovrebbero tenere a mente, un po’ come hanno fatto Giuliano e Adriana con i loro vini, hanno creduto nella potenzialità del loro Lison Classico e hanno sicuramente vinto la scommessa. Una buona filosofia la loro che un po’ mi appartiene, quella di trasformare i frutti della terra in melodia e come sempre…in alto i calici









SABATO 21 GIUGNO APPUNTAMENTO A MONT'ISOLA
IL NAUTILUS CI ASPETTA



Alle 11.00 di Sabato 21 Giugno a Peschiera Maraglio, sul pontile antistante il Ristorante La Foresta, potremo assistere al recupero della terza annata del CruStorico Nautilus. Meglio sarebbe dire la seconda, poichè questa sarà la restante parte del millesimo 2011 posto ad affinare nelle acque del Lago d'Iseo nel 2012. Una prima mondiale se si considera che saranno le prime bottiglie ad essere affinate per 24 mesi sul fondo del lago, lasciando fare al dolce movimento delle acque una sorta di remuage ad una profondità di 40 metri completamente al buio con temperatura e pressione costante.
Al termine del recupero, Alex Belinghieri il produttore del Nautilus ci aspetta per un aperitivo con i vini dell'Azienda Vallecamonica e i prodotti tipici del Sebino



All'evento verranno consegnate alla 
stampa le cartelle dettagliate

Info: Alex Belinghieri 335 582.84.10
Mail: alex@vinivallecamonica.com








BARBARICCIA NON SOLO VINO

C’è sempre un motivo per brindare nell’Azienda Agricola Castello degli Angeli a Carobbio degli Angeli  oltre al vino anche con la birra, e se poi decidete di degustare i vini dell'Azienda sicuramente c'è da rimanere soddisfatti, visti i numerosi successi ottenuti dai pregiati vini rossi Valcalepio DOC e dai vini bianchi IGT.



I sentieri  di Bacco portano al Castello degli Angeli: è qui che nascono i capolavori chiamati Barbariccia, Amedeo, Il Frate, Estereta, Dildarra dei Giobbi,  il Prescelto Rosso e il Prescelto Bianco. Da 10 anni, la Cantina Az. Agr. Castello degli Angeli di Carobbio degli Angeli offre al mercato vitivinicolo internazionale una produzione di  vini DOC e IGT d’eccellenza.



le etichette della casa bergamasca si contendono ogni anno il podio nei concorsi enologici più importanti, confrontandosi con i blasonati vini italiani riconosciuti nel settore, non solo italiano. I vini, selezionati tra le 7 etichette prodotte dal Castello degli Angeli, hanno goduto sino a oggi importanti momenti di successo con i meritati ORO a  Emozioni dal Mondo (2007-2008-2009-2013), al Mondiale Bruxelles (2013), al Cervim (2013), al Doujà d’Or (2010), al Merano Wine Festival (2010-2013) e con una Gran Menzione al Vinitaly 2014.
I vini rossi Valcalepio DOC Barbariccia e Amedeo, oltre al Prescelto rosso, hanno saputo conquistare le giurie meritandosi onori e gloria.