TORNA VINITALY DAL 6 AL 9 APRILE 

 ECCO GLI APPUNTAMENTI DA SEGNARE




ASSOCIAZIONE PRODUTTORI SCHIOPPETTINO DI PREPOTTO

Presenti per il secondo anno consecutivo, insieme e uniti per celebrare e promuovere la perla nera dei Colli Orientali del Friuli, 12 produttori di Schioppettino di Prepotto consolidano ufficialmente il loro legame con il territorio.

Si stanno aprendo i cancelli della grande arena enologica di Verona, Vinitaly edizione 2014. Numero di allestitori e visitatori attesi in crescita e tempi sempre più risicati per girare tra i padiglioni. Ma chi desidera conoscere i vini autentici, autoctoni e fortemente legati alle proprie radici, non dovrebbe mancare all'appuntamento con l’Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto.
Dopo l’esperienza vincente del 2013, quest’anno l’Associazione ospiterà 12 produttori che parleranno del territorio e di questo loro vino dal fascino antico ma dall’appeal moderno.
Un raro esempio di aggregazione virtuosa tra vignaioli che da oltre 10 anni promuove la sua eccellenza, l’unico esempio in Friuli Venezia Giulia ad aver ancorato così saldamente le proprie sorti al territorio di appartenenza.
I produttori presenteranno lo Schioppettino di Prepotto, ma soprattutto i luoghi del vino, le persone, la terra, le stagioni, la storia, racconteranno di quanto suggestivo, ma anche difficile sia coltivare le vigne in un angolo del Friuli lontano dalle arterie commerciali, di come sia diverso coltivare a valle o in collina, di come l’acqua del Judrio abbia forgiato una valle che ha cresciuto uomini che sono diventati vignaioli. E ancora, presenteranno i 3 migliori elaborati usciti dal contest “Schioppettino a modo mio” e la filosofia di un progetto nato per avvicinare il mondo dei social a quello del vino realizzato in collaborazione con il magazine QBquantobasta, racconteranno della recente esperienza di vinificazione da lieviti indigeni e dei progetti di ricerca che legano il Comune di Prepotto con il Politecnico di Milano.
 Prepotto è “un’isola”, quasi sperduta, ai margini del Friuli, divisa dalla Slovenia per lunghi tratti solo dal fiume Judrio che la attraversa lento. La viticoltura è l’unica attività economica che ha resistito nei secoli in questa valle, superando disagi, carestie, guerre. Dopo un lungo periodo buio che ha visto questo vino addirittura fuorilegge, la sottozona Schioppettino di Prepotto è nata nel 2008.
Lo Schioppettino di Prepotto non è la promessa enologica friulana, ma la grande scommessa di pochi orgogliosi produttori, un autentico outsider rosso in terra di bianchi, un vino di nicchia fortemente legato alle sue radici, un vino d’emozione.

Vinitaly 2014 Padiglione 6 Stand B8
Presidente dell'Associazione Produttori Schioppettino di Prepotto
Michele Pavan
Arrivederci a presto

www.schioppettinodiprepotto.it
Social: gruppo Facebook Schioppettino di Prepotto






Il Consorzio Lugana non si ferma mai 

A Vinitaly con il Riserva annata 2011
Il Consorzio tutela Lugana Doc si prepara ad affrontare mesi impegnativi, ma altrettanto stimolanti. L'evento più atteso è Vinitaly, dove sarà presente con il Lugana Riserva annata 2011 e molti "wine blogger"

Il mese di marzo e quello di aprile sono e saranno molto impegnativi per il Consorzio tutela Lugana Doc. A Belgrado per il Balkan Wine Expo, il 5 marzo, assieme al Consorzio tutela Vini Soave ha partecipato ad una degustazione riservata esclusivamente a importatori e giornalisti: come sempre l’accoglienza e il successo sono stati notevoli, l’attenzione degli ospiti al Lugana è stato pregevole e per la prima volta la manifestazione veniva svolta nella capitale Serba.

I viaggi proseguono a breve con la partecipazione a Prowein a Dusseldorf dal 23 al 25 marzo. Ma l’evento più importante sarà proprio in Italia, infatti il 6 di aprile ha inizio una delle manifestazioni più importanti al mondo del settore vinicolo: Vinitaly 2014.
Il Consorzio tutela Lugana Doc, quest’anno sempre nello stand A9, presso il PalaExpo della Regione Lombardia, ma si presenterà con uno stand di 66 m² interamente dedicato alla promozione del territorio attraverso le degustazioni. 

Ospiti speciali dello stand saranno i wine blogger dell’associazione #winelover: un punto d’incontro per tutti gli amanti del vino sparsi nel mondo. Il blog fondato da Alberto Luiz riunisce tutti gli appassionati di vino, infatti il loro motto è “wine exploration starts here…” (thewinehub.com).


Altra novità molto importante dal punto di vista produttivo sarà presentata lunedì 7 aprile alle ore 15.00, sempre presso lo stand del Consorzio, infatti ecco l’ultimo nato in casa Lugana: il Lugana Riserva annata 2011. Introdotto nel disciplinare di produzione proprio nel 2011, è la naturale evoluzione della tipologia Superiore. 
Come tipologia di Lugana ha la caratteristica di invecchiare o affinarsi per almeno 24 mesi, di cui 6 in bottiglia, ha toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, con note affumicate di pietra focaia e riflessi balsamici, una mineralità più calda al palato, ma parimenti avvolgente, sapida e persistente. 
Saranno proprio le otto aziende produttrici a presentare, con la degustazione libera i loro Lugana Riserva attualmente sul mercato. Vinitaly 2014 si preannuncia quindi per il Consorzio tutela del Lugana Doc un evento di successo per affermare un’immagine e un prodotto ormai conosciuti ed apprezzati e un’ occasione imperdibile per lanciare nuove sfide anche a livello virtuale. 


Consorzio Tutela Lugana Doc

Parco Catullo 4 - 37019 Peschiera del Garda (Vr)
Tel 045 9233070




                                 





Aspettando Vinitaly
 dal 6 al 9 aprile a Veronafiere

 “SENTIAMOLO STRANO”…

CIPRIA, SESSO SFRENATO, BENZINA, FIGURINE PANINI, CARRUBA BIRMANA:
SOMMELIER E CRITICI FAMOSI D’ITALIA CONFESSANO
IL SENTORE PIÙ CURIOSO PERCEPITO IN UN BICCHIERE DI VINO

Verona, 22 marzo 2014. Il primo fu, neanche a dirlo, Luigi Veronelli, gettando scompiglio per l’idea che il vino “non fosse solo vino” e per l’assoluta libertà di linguaggio che si può usare nel descriverlo. La stessa che fa dire un sentore di cipria o sesso sfrenato, di Coccoina e di gambo di ciclamino spezzato, di benzina o di canfora, ma anche di figurine Panini, porro cotto, fiore bulboso e carruba birmana, fino ad un vino che ricorda David Bowie.
Sono questi alcuni dei sentori più curiosi percepiti in un bicchiere di vino dai sommelier e critici più famosi d’Italia  da Luca Gardini a Luca Martini, da Adua Villa a Paolo Baracchino, da Eleonora Guerini (Gambero Rosso) a Gigi Brozzoni (Seminario Veronelli), da Fabio Giavedoni (Slow Wine) a Enzo Vizzari (L’Espresso), da Franco Ricci (Bibenda) a Luca Maroni (Annuario dei Migliori Vini Italiani) fino al wine communicator Ian D’Agata  e “confessati” a Vinitalyla più importante rassegna internazionale dedicata a vino e distillatiin programma a Veronafiere dal 6 al 9 aprile(www.vinitaly.com).
Pietra focaia, cuoio, punta di matita, sangue, pelliccia bagnata, peperone grigliato: il lessico della critica e della sommellerie enoica, tra sentori animali, legnosi, balsamici, chimici, eterei, floreali, fruttati, speziati, vegetali ed empireumatici  – nella loro classificazione classica  è ricco di sfumature, a volte strane e divertenti, ma, c’è da dire, di impatto e capaci di accendere la curiosità. Anche se, dicono critici e sommelier, oggi sono le parole ed il linguaggio più semplice e vicino agli amanti del buon bere, quelli che preferiscono utilizzare.
Tuttavia, racconta Luca Gardini, il sentore più curioso avvertito dal sommelier Campione del mondo nel 2010, è la cipria, in una degustazione di vecchie annate di Barolo: «In una vecchia annata di Barolo di Serralunga – spiega – ho sentito questa nota polverosa e leggermente aromatica che mi ha ricordato la cipria».
Qualche volta avverte «il profumo di sesso sfrenato», confessa Paolo Baracchino, libero appassionato degustatore e assaggiatore del Grand Jury Européen: «L’ho sentito in uno Champagne, un Pinot Meunier in purezza. Altre volte ho sentito la colla Vinavil, spessissimo sento la Coccoina, un insieme di latte di cocco e di mandorla, altre volte ancora, il gambo di ciclamino spezzato, al naso, che rende l’idea di un’acidità spiccata».
Tra i sentori in assoluto più curiosi, le figurine Panini in un vino campano, ricorda Eleonora Guerini, curatrice della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso: «Un odore molto particolare, non la colla generica, è proprio l’odore delle figurine Panini, qualcosa che ha a che fare con la colla, ma in quel modo unico».
«Una delle cose peggiori che ho sentito è un odore di porro cotto, di minestrone – dice Gigi Brozzoni, alla guida del Seminario Permanente Luigi Veronelli – in un vino rosso, non giovanissimo, ma neanche troppo vecchio da giustificarlo. Piacevoli, invece, gli aromi di iris, di giacinto, di fiori bulbosi, molto dolci e carezzevoli. Ma una delle cose amo di più nei vini, è quando sento un po’ di tabacco o di cuoio: mi sento a casa, tranquillo, rassicurato».
D’altra parte, se un vino ha un difetto, i suoi aromi possono essere davvero sgradevoli.
«Ma la cosa che ti sorprende di più – sostiene Luca Martini, sommelier Ais-Associazione italiana sommelier, miglior sommelier al mondo in carica per la “World Wide Sommelier Association” – sono i sentori di pregio che si ritrovano nella vita quotidiana, come l’idrocarburo in un Riesling, mi affascina molto, un sentore quasi di petrolio, di benzina, che identifica la territorialità».
Ci sono poi impressioni che ti fanno andare indietro con la memoria, «come quel sentore che ho percepito una volta in un Verdicchio»  racconta Fabio Giavedoni, curatore della guida Slow Wine: «Mi ricordava l’odore che sentivo da ragazzino tra i giocatori di una squadra di calcio in cui militava mio zio, un odore fortissimo che mi piaceva tantissimo e non ho mai capito che cosa fosse. L’ho sentito in questo vino, e poi ho capito che era odore di canfora, utilizzando un prodotto per scaldare i muscoli».
E se per il direttore delle Guide de L’Espresso Enzo Vizzari è «il perfido sapore di troppi vini cosiddetti naturali»Franco Riccialla guida di Bibenda e della nuova Fondazione Italiana Sommelier, ricorda quella volta che ha sentito un fortissimo sentore di eucalipto, poi ha girato la testa ed il vigneto era accanto proprio ad un enorme bosco di eucalipto: «Questo episodio  spiega   mi ha fatto riflettere su quanto la terra influisca nel sentore dell’uva, sul territorio che è la vera ricchezza del nostro patrimonio vitivinicolo».
Con il vino, del resto, ci vuole un approccio serio, ma senza farlo diventare noioso: un sentore strano e veramente tipico, percepito dal wine communicator Ian D’Agata (curatore di Vinitaly International Academy, iniziativa educativa rivolta agli operatori del settore all’estero) in un vino bianco di Puglia è una nota intensissima di curry: «Sembrava di aver mangiato un piatto speziato, sembrava pollo al curry».
Il sentore «più pazzesco», avvertito da Luca Maroni, critico e autore dell’Annuario dei migliori Vini Italiani, è il richiamo all’ananas in un vino bianco italiano, l’Idem 1998 di Feudi di San Gregorio:  «Scrissi proprio: siamo su un altro pianeta, il pianeta del frutto ananasso. Perché in quel momento era un vino anni luce davanti agli altri».
«Sono sempre andata contro la filosofia dei sentori che mettono in imbarazzo e allontano le persone che ti stanno seguendo  dice la regina delle sommelier e volto noto del piccolo schermo Adua Villa ; ci possono essere, ma sono veramente per grandi intenditori. Una volta ho sentito un collega parlare di sentore di carruba birmana: mi sono permessa di prendere il telefono. Però  confessa , sono strana da un altro punto di vista perché mi piace giocare molto sui sillogismi tra musica e vino: David Bowie, eclettico, trasformista, e la sua musica mi fanno ricordare certi vini eclettici, che si trasformano nel bicchiere».

Glossario delle “Confessioni sensoriali” di critici & sommelier

Cipria: nota polverosa e leggermente aromatica
Sesso sfrenato: lasciato all’immaginazione...
Vinavil: una sensazione di chimico e di plastica
Coccoina: un insieme di latte di cocco e di mandorla
Gambo di ciclamino spezzato: rende l’idea di un’acidità spiccata
Figurine Panini: ha a che fare con la colla, ma in quel modo lì unico
Porro cotto: odore di minestrone
Fiore bulboso: aroma dolce e carezzevole
Tabacco & cuoio: ci si sente a casa, tranquilli, rassicurati
Benzina: un aroma di idrocarburo e petrolio
Canfora: un odore che ricorda il passato
Perfido: sapore di alcuni vini cosiddetti “naturali”
Bosco di eucalipto: la terra che interviene nel sentore dell’uva
Curry: come mangiare un pollo al curry
Ananasso: “siamo su un altro pianeta
Carruba birmana: chiedetelo ad un collega
Vino David Bowie: eclettico, si trasforma nel bicchiere

 

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