UN NUOVO CONSORZIO PER IL ROERO




Potrebbe rivelarsi una pietra miliare nello sviluppo del Roero la data di venerdì 11 gennaio 2013, quando nel cuore del territorio, a Vezza d’Alba, si raduneranno molte delle aziende vitivinicole che utilizzano la denominazione “Roero”. Dopo mesi di gestazione silenziosa, finalmente il progetto del nuovo Consorzio di Tutela dedicato in modo esclusivo alla Docg “Roero” sembra uscire allo scoperto.
Sono stati alcuni produttori (Angelo Negro, Francesco Monchiero e Bernardino Negro), a nome di un Comitato promotore molto ampio, a firmare la lettera di invito, indirizzata all’inizio di questo gennaio alle varie aziende del territorio e saranno loro nell’Assemblea “costituente” dell’11 gennaio a presentare l’iniziativa e i suoi caratteri salienti.

Voglia di autonomia
Non è da adesso che il mondo vitivinicolo del Roero è percorso da una volontà di autonomia rispetto al contesto generale dei vini albesi. Il primo esempio si è avuto con la ricerca, conclusasi positivamente nel 1985, di una propria denominazione di origine alternativa al Nebbiolo d’Alba. Il riconoscimento di allora a favore del Roero vino rosso (a base di Nebbiolo) sarebbe poi stato ribadito nel 1989 dalla Doc dedicata al Roero Arneis.
La crescita costante del potenziale produttivo – in particolare del Roero Arneis – ha giustificato in prima battuta l’iniziativa di fondare un Consorzio di Tutela autonomo rispetto all’attuale Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero: 900 ettari vitati per quasi 10 milioni di bottiglie sono i dati alla base di quest’iniziativa.

Le ragioni di un gesto
A seguire sono state manifestate anche altre ragioni per giustificare il progetto. Prima di tutto, la volontà di gestire in modo autorevole e autonomo lo sviluppo futuro della denominazione “Roero” sia come superficie vitata sia come quantità prodotta.
E non va sottovalutata l’opportunità di coinvolgere in modo ampio i produttori del territorio, da quelli che producono le uve agli altri che le vinificano fino a coloro che imbottigliano i vini.
Finora, nonostante le pressioni esercitate, questo obiettivo era stato conseguito solo in parte. Infatti, solo il Roero Arneis disponeva nel Consorzio albese della necessaria rappresentatività, mentre per il Roero la situazione era in alto mare.
In base ai sondaggi condotti dal Comitato promotore, un Consorzio specificatamente dedicato al Roero otterrebbe la piena rappresentatività in ambo le tipologie.
Un’incognita per il futuro
Resta un’incognita rispetto all’evoluzione futura e riguarda la reazione che potrà venire dai produttori dell’attuale Consorzio che non operano con la denominazione “Roero”.
Il Comitato promotore del Roero precisa che la struttura in fase di costituzione non nasce in contrapposizione al Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, ma solamente per valorizzare le legittime esigenze di autodeterminazione. Anzi, in un recente comunicato, viene auspicata la concreta collaborazione tra le due strutture sia in ambito amministrativo che tecnico. Un auspicio condivisibile, ma che potrebbe scontrarsi con la possibile reazione dell’attuale Consorzio o dei suoi aderenti.
Resta ancora un rischio più problematico ed è il pericolo che l’esempio del Roero sia imitato dai produttori di altre denominazioni (es. Dogliani e Barbaresco), che negli ultimi tempi hanno spesso mal tollerato la posizione del Barolo, giudicata egemonica rispetto alle altre denominazioni.
In tal caso, potrebbe pericolosamente traballare il progetto che nel cuore degli anni Novanta aveva raccolto in un unico Consorzio di Tutela tutti i vini Doc e Docg di Langa e Roero per favorire una politica vitivinicola dell’intero territorio e non quella di una sola denominazione.