CHIARETTO DI BARDOLINO: NASCE UNA NUOVA DOC


Chiaretto di Bardolino diventa una denominazione autonoma da Bardolino doc. 
A sua volta, Bardolino riconosce ufficialmente le tre sottozone storiche


Il Chiaretto si separa dal Bardolino e diventa una doc autonoma. Il Bardolino, a sua volta, torna alle proprie origini ottocentesche e valorizza le tre sottozone storiche: La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna. Lo ha deciso l’assemblea dei produttori bardolinesi, su proposta del presidente del consorzio di tutela, Franco Cristoforetti. 

“Con la nascita della doc autonoma del Chiaretto di Bardolino e il riconoscimento delle tre sottozone del Bardolino – spiega Cristoforetti - trova completamento il piano strategico tracciato dal giornalista Angelo Peretti e approvato dal consiglio di amministrazione del consorzio di tutela nell’estate del 2008. Fu allora che iniziò la scissione del percorso identitario del Chiaretto e del Bardolino, consentendo da un lato al nostro rosé di diventare leader produttivo assoluto tra i vini rosati italiani e dall’altro di mettere in luce la territorialità del Bardolino, facendolo approdare per la prima volta ai gradini più alti delle guide di settore”. 

Con la Rosé Revolution del 2014 il Chiaretto ha compiuto una netta scelta stilistica, accentuando il proprio carattere di rosé chiaro, secco e agrumato e assume ora piena indipendenza con una doc a sé stante. Il Bardolino accentua invece la propria connotazione territoriale, mettendo a frutto i risultati della zonazione del 2005 e del progetto Bardolino Village che ha visto una quindicina di produttori impegnati dal 2015. 
“Torniamo così – conclude Cristoforetti – per i nostri rossi di punta a quelle tre sottozone che erano già state dettagliatamente descritte da Giovanni Battista Perez alla fine dell’Ottocento, quando i vini migliori della zona erano esportati in Svizzera per essere serviti insieme con i Borgogna e i Beaujolais”. 
Le tre sottozone del Bardolino doc saranno: La Rocca (relativa ai comuni del territorio dell’antico Distretto di Bardolino), Bardolino Montebaldo (inerente il tratto pedemontano dell’ex Distretto di Montebaldo) e Bardolino Sommacampagna (ossia l’area delle colline meridionali più a sud). Esordiranno insieme al Chiaretto di Bardolino doc con la vendemmia 2018. La nascita della nuova doc del rosé e le modifiche alla doc del Bardolino apporteranno varie modifiche all’assetto produttivo. Il Chiaretto di Bardolino e il Bardolino “base”, che continuerà comunque ad essere prodotto, avranno rese massime di 120 quintali di uva per ettaro, contro gli attuali 130, mentre per le tre sottozone del Bardolino si scende a 100 quintali massimi per ettaro. I vini delle tre sottozone usciranno sul mercato non prima di settembre dell’anno successivo alla vendemmia. I disciplinari prevedono inoltre che si utilizzino solo uve “fresche”, vietando quindi surmaturazioni o appassimenti. Per tutti i vini delle doc Bardolino e Chiaretto di Bardolino, la quantità ammessa di uva corvina veronese sale al 95% dall’attuale 80%.
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Consorzio di tutela Bardolino doc 

Il Bardolino è stato tra i primi vini in Italia a ottenere la doc, nel 1968, ma già nella seconda metà dell’Ottocento si imbottigliavano vini con la dicitura “Bardolino”. Il Chiaretto è storicamente la versione rosata del Bardolino. Il Consorzio di tutela, fondato nel 1969, rappresenta attualmente circa il 92% della filiera produttiva totale del Bardolino e del Chiaretto. Vi sono iscritti circa 1200 produttori di uva, 900 viticoltori, 120 vinificatori e 100 imbottigliatori. 

Attualmente i vigneti iscritti all’albo insistono su una superficie di circa 2.700 ettari. La produzione totale annua è di circa 17 milioni di bottiglie di Bardolino e 9 milioni di bottiglie di Chiaretto. La quota export è pari al 65%. I mercati esteri più importanti sono Germania, Scandinavia e Paesi Bassi, seguiti, in Europa, da Francia e Regno Unito. Interessanti prospettive si stanno riscontrando negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone.

Polpenazze in Festa 
La Fiera dedicata a vino, sapori e tradizioni per celebrare il gusto del Garda
Dal 26 al 29 maggio la 68esima edizione: 


La Fiera del Vino di Polpenazze del Garda in provincia di Brescia taglia il traguardo dell’edizione numero 68 nell’ultimo weekend di Maggio: un brindisi all’estate in arrivo con i vini della riviera bresciana del lago di Garda, abbinati alle ricette ed ai prodotti tipici del territorio.

Si rinnova come ogni anno l’appuntamento eno-gastronomico che da oltre mezzo secolo apre le porte alla stagione estiva sul lago di Garda: la Fiera del Vino Valtènesi-Garda Classico Doc di Polpenazze del Garda è pronta a riaprire i battenti tagliando il traguardo della 68esima edizione. L’appuntamento è fissato tra il 26 ed il 29 maggio 2017 per quattro giorni di grande festa popolare all’insegna dei vini, dei sapori, delle tradizioni rurali della riviera bresciana del lago di Garda: ingredienti immancabili di una rassegna che dal lontano 1947 si conferma fedele al suo ruolo originario di “vetrina” promozionale del territorio e delle sue produzioni agricole, raccogliendo un successo sempre crescente come testimonia il boom di visitatori registrato nel 2016.

Al centro del programma c’è come sempre il concorso enologico nazionale istituito nel 2006 dal Ministero per le Politiche Agricole per la Doc Garda Classico, ed aperto in seguito anche alla nuova Doc Valtènesi. Sono 84 quest’anno le etichette iscritte alla competizione suddivise nelle varie tipologie: ben 47 quelle cui le commissioni di assaggio hanno assegnato la qualifica di Vino Eccellente, corrispondente ad un punteggio di almeno 85/100. Da ricordare che i Chiaretti premiati proseguiranno il loro cammino per una seconda degustazione nella quale verrà scelto il vincitore del Trofeo Pompeo Molmenti, che verrà attribuito nell’ambito di Italia in Rosa a Moniga del Garda dal 2 al 4 giugno. Allo stesso modo i rossi a prevalente base Groppello che hanno ottenuto l’eccellenza a Polpenazze potranno in seguito partecipare al concorso della Fiera di Puegnago, in programma a fine agosto. Da ricordare che saranno anche assegnati dei premi speciali al miglior Valtènesi e Valtènesi Chiaretto, voluti dall’Amministrazione Comunale, ed ai migliori Garda Classico Doc Rosso e Rosso Superiore, istituiti con il contributo della Banca di Credito Cooperativo del Garda, che anche in questo modo punta a confermare la sua identità di istituto di credito particolarmente vicino al territorio. I vini vincitori verranno come sempre premiati nella consueta cerimonia ufficiale prevista per la mattinata di domenica 28 alle 11.15 
Ad ospitare la fiera saranno come sempre le vie e le piazze del borgo medievale di Polpenazze, da dove si può ammirare uno dei panorami più affascinanti sulla Valtènesi e sul Lago di Garda: ben 24 le cantine partecipanti (contro le 22 dello scorso anno) per un totale di oltre 100 etichette in degustazione. Come sempre l’ingresso nell’area espositiva è gratuito, ma i visitatori che vorranno degustare i vini dovranno acquistare all’ingresso sacca e bicchiere a 5 euro, cui andrà aggiunta la cifra di 1,50 euro per ogni degustazione effettuata.

Tra le varie aree della rassegna si distingue il Borgo Bio, l’angolo dedicato alle aziende che praticano l’agricoltura biologica, mentre alla tradizione Corte degli Assaggi, sarà possibile effettuare degustazioni guidate e comparate di tutti i vini premiati al concorso abbinati ad una selezione di prodotti tipici del territorio a km zero. Non potrà infine mancare l’ormai famoso spiedo gardesano di Polpenazze, che verrà servito nella Dispensa del Gusto insieme ad altri piatti tipici della zona. In programma anche il consueto Palio del Salame dedicato ai norcini locali e degustazioni guidate di olio extravergine Garda Dop a cura dell’Aipol.
Numerosi momenti culturali e di intrattenimento completano il programma, fino al gran finale con spettacolo pirotecnico nella serata di lunedì 29 Maggio


Il gelo i Vignaioli e la FIVI


A più di due settimane dal fenomeno ancora nessuna stima ufficiale.


I Vignaioli Indipendenti chiedono una comunicazione 
ufficiale da parte degli enti preposti

La FIVI chiede la conta dei danni delle gelate tardive che hanno colpito a macchia di leopardo i vigneti di quasi tutta Italia nelle scorse settimane. Ad oggi infatti non si ha ancora una percezione precisa della percentuale dei vigneti colpiti dal gelo che metterà a rischio l'annata 2017 in molti territori vinicoli del nostro paese.

"Ci aspettiamo che gli organi preposti facciano i controlli sul territorio per ricalibrare le effettive produzioni per un'annata che si presenta davvero difficile – dichiara la Presidente FIVI Matilde Poggi – anche se la vera conta dei danni sarà possibile solo a luglio, prima della vendemmia. Noi abbiamo molte testimonianze di nostri associati, ma non abbiamo ancora visto comunicazioni ufficiali sul fenomeno".

Salvo qualche esempio, come il Consorzio Franciacorta, o le stime delle associazioni di categoria, non ci sono infatti notizie ufficiali in merito e la stima dei danni pare ad oggi possibile solo attraverso le tante discussioni che si rincorrono sui social.

Molti sono stati i Vignaioli Indipendenti colpiti dall'insolito fenomeno atmosferico, che rischia di mettere in seria difficoltà le aziende artigiane che vivono del proprio lavoro e delle proprie uve. Un fenomeno di cui non si ha ricordo a memoria d'uomo, almeno in queste proporzioni. Un nuovo segnale preoccupante che il clima sta cambiando e che le aziende agricole si devono preparare ad affrontare nuove sfide.
Ora si tratta di vedere come proseguirà la stagione, ma i Vignaioli sono già al lavoro in vigneto per cercare di mettere in condizioni le piante di riprendersi dai danni e di stimolarle a sviluppare nuove gemme.



I 90 PUNTI DI “WINE SPECTATOR” 
E IL “5 STAR WINE AWARD” A VINITALY 2017
PER I GRANDI “GAVI DOCG del Comune di Gavi
” BROGLIA: “LA MEIRANA” E “BRUNO BROGLIA”

Roberto Broglia: “È una soddisfazione immensa essere inseriti
tra i migliori vini del Piemonte e ai vertici dell' enologia italiana”


Può una sola azienda vitivinicola esprimere due grandissimi vini con la medesima DOCG? Non è facile, ma la Cantina Broglia testimonia che ciò è possibile. Nel mese di aprile, infatti, le etichette di punta della prestigiosa maison hanno conseguito due importanti riconoscimenti a livello internazionale: i 90 punti di Wine Spector per La Meirana e il 5Star Wine Award di Vinitaly 2017 per Bruno Broglia, entrambi Gavi DOCG del Comune di Gavi.


“Avere ottenuto i 90 punti da Wine Spectator con La Meirana 2015, ma soprattutto essere stati inseriti nella classifica dei migliori vini del Piemonte, addirittura tra i vini raccomandati da un grandissimo opinion maker come Bruce Sanderson è una soddisfazione immensa, ha commentato Roberto Broglia. Questa importante segnalazione è una ulteriore conferma di quanto La Meirana sia considerato sinonimo di altissima qualità! E tutto questo è sicuramente dovuto al grande lavoro che è stato fatto sia nel vigneto sia in cantina, per il quale sono grato a tutti i nostri collaboratori e in particolare il Centro Enosis del professore Donato Lanati.”

“L’assegnazione del 5Star Wine Award a Vinitaly 2017 alla selezione Bruno Broglia, prosegue Roberto Broglia, ci ha reso ulteriormente felici, perché dimostra come questo grande vino sia ai vertici dell’enologia italiana!”

Ricavato da uve Cortese di Gavi in purezza, La Meirana è il prodotto più rappresentativo e classico dell’Azienda e per questo motivo riporta in etichetta il nome stesso della Tenuta. Vinificato in acciaio, di colore paglierino brillante, fermenta a una temperatura tra 12°C e 16°C, per esaltarne i profumi, freschi e fruttati, di pera e pompelmo rosa. Con il suo tipico retrogusto di mandorle, esprime appieno le eccezionali caratteristiche della zona di Gavi (freschezza, finezza e una decisa nota minerale) proponendosi meravigliosamente in abbinamento a piatti a base di pesce o carni bianche.




Il Gavi DOCG Bruno Broglia (che prende nome dal fondatore dell’Azienda agricola) è ottenuto da vigneti impiantati nella prima metà degli anni Cinquanta, con una resa media di circa 40 quintali per ettaro. La ricchezza di struttura e l’acidità delle uve (100% Cortese di Gavi) permettono di avere un vino adatto alla conservazione, mantenendo negli anni profumi e freschezza. Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, brillante, Bruno Broglia presenta un bouquet fine molto persistente e fruttato. È stato il primo vino bianco italiano a essere servito in un pranzo ufficiale del G20, nel 2013 a San Pietroburgo.



“La filosofia della nostra Azienda, spiega Roberto Broglia, è sempre stata quella di produrre vini di altissima qualità, rappresentativi del territorio del Gavi. Fin dai primi anni Ottanta iniziammo a utilizzare esclusivamente vasche in acciaio inossidabile, per esaltare le caratteristiche di mineralità e sapidità del Gavi DOCG: fin dal principio abbiamo avuto un occhio di riguardo per l’innovazione, in vigneto e in cantina. Fondamentale è stato il ruolo svolto da Donato Lanati, membro dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, così come importante è stato anche il rapporto con le Università: in collaborazione con l’Università di Torino sono stati ricercati nuovi cloni in vigneto, mentre con l’Università di Milano (in particolare con il professor Attilio Scienza) è stato condotto uno studio antesignano in cantina sulla realizzazione di vini bianchi senza l’aggiunta di anidride solforosa”.



La nascita dell’Azienda Agricola del Gr. Uff. Bruno Broglia, imprenditore del tessile, risale al 1972, anno in cui fu acquistata la Tenuta La Meirana. Nel 1974 (anno in cui al Gavi fu concessa la DOC), fu imbottigliato il primo vino con etichetta Broglia. Nel 1983 fu costruita la nuova cantina e furono ampliati i terreni vitati. Alla fine degli anni Novanta, il successo del Gavi sui mercati internazionali impose la necessità di raddoppiare gli spazi di cantina e di aumentare gli impianti a vigneto: attualmente l’azienda si estende su 100 ettari di cui 65 a vigneto. Oggi, il millenario nome della Meirana è gestito dalla terza generazione della famiglia Broglia: Roberto e Filippo, figli di Piero (Deputato nella XII legislatura, membro della Commissione Agricoltura della Camera, e, per due mandati, Presidente del Consorzio di Tutela del Gavi) e Bruno, figlio di Paolo.


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Franco Cristoforetti rieletto alla guida del 
Consorzio del Bardolino e del Chiaretto, 
in arrivo entro l’estate la rivoluzione dei disciplinari



Portare in approvazione entro l’estate la completa revisione dei disciplinari di produzione dell’area del Bardolino e del Chiaretto: è questo l’obiettivo di Franco Cristoforetti, confermato alla guida del Consorzio di tutela bardolinese per il prossimo triennio. A fargli da vice saranno Davide Ronca e Agostino Rizzardi.

“L’idea progettuale su cui si incardina il programma di lavoro per il prossimo triennio – spiega Cristoforetti - ipotizza la totale separazione del Chiaretto, il rosé bardolinese che con i suoi 10 milioni di bottiglie è diventato leader assoluto nella produzione italiana di vini rosati a menzione geografica, dal Bardolino. Le caratteristiche produttive del Chiaretto saranno definite in un nuovo autonomo disciplinare, che tenga conto delle innovazioni stilistiche introdotte con la cosiddetta rosé revolution”.

“Per quanto riguarda la produzione di vini rossi – prosegue Cristoforetti -, il Bardolino, prodotto esclusivamente da uve fresche, escludendo dunque qualunque forma di appassimento, troverà una doppia articolazione in due distinte tipologie di prodotto. Da un lato il Bardolino doc base, che attualmente è intorno ai 16 milioni di bottiglie, manterrà nella sostanza il classico carattere di vino conviviale, pur abbassando le rese in vigna ammesse dal disciplinare. Dall’altro, il Bardolino docg, che oggi rappresenta meno dell’1% della produzione totale della zona, dovrà tornare a valorizzare le singole aree produttive già chiaramente individuate nell’Ottocento, individuando specifici caratteri identitari, che mettano insieme le prerogative di leggerezza tipiche del territorio e una maggiore longevità, requisito che del resto era ben conosciuto già alla fine diciannovesimo secolo, quando le migliori produzioni locali erano esportate nei grandi hotel della Svizzera, dove erano proposte insieme con i rossi borgognoni. C’è un gruppo di lavoro che si sta già impegnando da due anni su questo progetto e i risultati sono assolutamente convincenti”.

“La tecnica dell’appassimento, documentata nella nostra zona fin dalla metà del Settecento e sinora utilizzata marginalmente da alcuni produttori locali per alcuni rossi igt o anche per una parte della pur contenuta produzione dell’attuale Bardolino Superiore – aggiunge il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino -, dovrebbe invece essere indirizzata a una nuova denominazione”.

Insieme con Cristoforetti, Rizzardi e Ronca compongono il consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Bardolino Franco Benato, Fulvio Benazzoli, Matteo Birolli, Mario Boni, Piergiuseppe Crestani. Massimo De Rossi, Fabio Dei Micheli, Tiziano Delibori, Giannantonio Marconi, Mattia Piccoli, Silvio Piona e Luca Sartori. All’interno del Consiglio, ma aperto anche a eventuali componenti esterni, verrà istituito un gruppo di lavoro che si occupi dello studio di un progetto di “sostenibilità” del territorio di produzione del Bardolino.


Un grande appuntamento in Cantina Sabato 25 Marzo

Arcari + Danesi 

all'insegna della degustazione

Franciacorta Dosaggio Zero 2013
Franciacorta Satèn 2012
Franciacorta Extra Brut 2011
Dosaggio Zero Riserva T1 2007

SoloUva Brut 
SoloUva Dosaggio Zero

Rovato Coccaglio Brescia



CANTINE COLOSI BRINDA A 30 ANNI DI VITICOLTURA SULL’ISOLA DI SALINA



A Salina, piccola isola verde e selvaggia dell’arcipelago eoliano, tra i profumi della macchia mediterranea e le vedute mozzafiato, la famiglia Colosi coltiva vigneti in suggestivi terrazzamenti sul mare e produce vini unici che raccontano di luce, vento, sole, colore. L’azienda, con i suoi 10 ettari di vigneto compreso tra Capo Faro e Porri - la zona considerata tra le migliori sia per l’esposizione che per la natura chimico-fisica del terreno -, è fra i produttori più rappresentativi di quest’isola, che più delle altre ha saputo salvaguardare e valorizzare la produzione del vino Malvasia.


Un’edizione limitata di Malvasia delle Lipari Doc in formato magnum, il restyling dei cinque vini che nascono nei suggestivi vigneti di fronte al mare di Salina, e un road show che prevede incontri e degustazioni in tanti ristoranti nelle principali città d’Italia: Cantine Colosi celebra così i trent’anni di attività sull’Isola


Era il 1987 quando il giovane Piero Colosi iniziava a seguire le orme del padre, che già dai primi anni ’70 lavorava sull’isola di Salina portando avanti contemporaneamente sia la gestione dell’azienda dell’amico Carlo Hauner sia quella della propria cantina. Piero, completati gli studi in enologia, portò nuova linfa all’azienda di proprietà e impresse da subito nuovo impulso al lavoro in cantina e alla diffusione dei vini Colosi nel mondo. 

Sono passati trent’anni da allora e Cantine Colosi, che oggi con i suoi 10 ettari di vigneto tra Capo Faro e Porri, è fra i produttori più rappresentativi di Salina, rende omaggio alla propria storia sull’isola regalando una nuova veste, più grintosa e “siciliana”, ai cinque vini che sull’isola vengono prodotti: la specialissima Malvasia Secca del Capo, i due Salina Igp Bianco e Rosso e le due Malvasie dolci, Passito e Naturale.
“E’ un modo per dire grazie a questo splendido territorio al quale apparteniamo e ci sentiamo legati in maniera indissolubile” racconta Piero Colosi “Al contempo, vogliamo celebrare il nostro lavoro, che è il più bello al mondo perché ci riconduce alla terra e ai profumi che respiriamo, specie quando ci troviamo nella vigna che abbiamo davanti al mare a Salina, e la famiglia, il caposaldo su cui abbiamo fondato tutto. Abbiamo fatto tante cose insieme e di questo siamo orgogliosi, ma il nostro è un orgoglio sano, umile, costruttivo, positivo poiché non abbiamo mai dimenticato le nostre origini e il ricordarle oggi ci rende felici.”

Un nutrito calendario di incontri e serate porterà la famiglia Colosi e i vini di Salina in tante città italiane durante tutto il 2017: un vero e proprio road show di presentazione della cantina e dei prodotti in collaborazione con i ristoratori.“Un modo semplice per incontrare le persone, raccontare dal vivo la bellezza della nostra terra e farla conoscere attraverso il profumo e i sapori dei nostri vini” spiega Lidia, moglie di Piero.

A ricordo di questo importante traguardo rimarrà la magnum celebrativa, prodotta in edizione limitata e numerata, di Malvasia delle Lipari Doc, uno dei vini più rappresentativi della produzione Colosi, dal bel colore giallo dorato, gli aromi di miele e albicocca matura e il gusto caldo e armonico.



 “Appuntamenti di…vini” in Polisena



Un ciclo di eventi fortemente voluto dal patron Marco Locatelli e dedicati alla scoperta di vini vicini e lontani, insieme a produttori e negozianti esperti dell’arte. Filo conduttore degli eventi sarà il tema del biologico, che, chi ci conosce ormai sa, è per noi principio guida: non una moda, ma un modus vivendi et operandi. Gli Appuntamenti esploreranno le diverse declinazioni di questo modus e le loro espressioni nei vini che andremo a conoscere.

Chef Francesco Locatelli realizzerà per ogni serata un menù d’eccezione che accompagnerà ed esalterà le etichette presentate.

Per quest’anno, anche una novità musicale: ogni serata sarà intermezzata dall’accompagnamento del bravissimo Tony Cambianica, live con voce e chitarra, con una proposta selezionata di pezzi jazz, country e soul!


Venerdì 10 marzo

Barbaresco e Bollito

Il bio nelle Langhe: il Barbaresco di Punset. 
In accompagnamento, i bolliti del nostro chef


Venerdì 31 marzo 

East Lombardy: Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova

Vini e piatti tipici della Lombardia orientale, 
Regione Gastronomica Europea 2017

€45 - quattro vini in abbinamento a menù di quattro portate

Prenotazione obbligatoria – 035 795841 o info@agriturismopolisena.it


GUIDI TU? Per te la serata costa 38€
con un bicchiere di vino dei quattro della serata

OFFERTISSIMA PERNOTTAMENTO: Per chi desidera, dopo la serata, pernottare in una delle nostre junior suite, la camera è allo stesso prezzo della cena! Inclusa ricca colazione con prodotti biologici e dolci fatti in casa.

PREMIO FEDELTA’: sconto nominale di 5€ a serata (la seconda 40€, la terza 35€, la quarta 30€ 
N.B.: l’offerta pernottamento segue il premio fedeltà! La camera allo stesso prezzo della cena).

I vini presentati durante le serate saranno acquistabili a un prezzo speciale direttamente dai produttori.


COMPETIZIONE E PROFESSIONALITÀ
ANIMANO I CONCORSI DELL’AIS



Sempre più alta la partecipazione ai diversi concorsi organizzati dall’Associazione Italiana Sommelier, da quelli tematici a quelli regionali e nazionali.

In ogni disciplina la competizione rappresenta lo stimolo per misurare e migliorare le proprie capacità, orientandole verso traguardi sempre più ambiziosi. Per questo motivo l’AIS promuove con rinnovato vigore questo settore, organizzando un numero crescente di concorsi, differenziati per argomento e difficoltà.

Il calendario 2017 si preannuncia molto fitto. Dopo l’esordio a Torino il 4 febbraio scorso del Master del Nebbiolo, il 19 febbraio sarà la volta di Faenza con il Master del Sangiovese – Trofeo Consorzio di Romagna, mentre il 20 febbraio, a Montefalco è previsto il Gran Premio del Sagrantino. Evento clou del mese di marzo, dal 23 al 25, nella storica tenuta piemontese di Fontanafredda, il Concorso per il Miglior Sommelier Junior, riservato agli studenti degli Istituti Alberghieri. Dopo una severissima selezione locale tra oltre 500 iscritti, saranno 20 i finalisti in lizza per il titolo, suddivisi nelle due categorie “Over 16” e “Under 16”, che si cimenteranno in diverse prove teoriche e pratiche per mettere in evidenza le loro conoscenze. Saranno loro gli alfieri della prossima generazione di professionisti del vino.

Nelle diverse articolazioni regionali dell’AIS avranno luogo, tra la primavera e l’estate, i concorsi per il Miglior Sommelier dei rispettivi territori, i cui vincitori gareggeranno in autunno nel Concorso TrentoDoc, per aggiudicarsi il titolo di Miglior Sommelier d’Italia.

L’insieme di questi concorsi, supervisionati dal responsabile nazionale Cristiano Cini, genera un movimento davvero imponente che, di anno in anno, mette in evidenza la passione dei candidati e il loro impegno nella preparazione della gara, attraverso un sano spirito competitivo. Queste iniziative dell’Associazione Italiana Sommelier contribuiscono così a formare i professionisti richiesti dalle più importanti strutture ricettive italiane ed estere.

Elisa Braccia braccia.press@aisitalia.it
Paolo Angelini angelini.press@aisitalia.it





APPUNTAMENTO IL 9 E 10 APRILE A STRASBURGO per il 
CONCORSO DEI GRANDI VINI BIANCHI DEL MONDO



Organizzato da Strasbourg Evenements con la regia di Christine Collins e del suo Team ed il patrocinio dell'OIV che garantisce al Concorso Internazionale il rispetto delle procedure standard 



VINOFED la Federazione Mondiale Grandi Vini e Spiriti a garanzia dell'indiscutibile competenza e imparzialità dei giudici siano Sommeliers, Enologi o Giornalisti Specializzati

E la Grande sorpresa di quest'anno con l'inserimento del sesto Contest:
Vini Bianchi nel Mondo ottenuti da diversi Vitigni e assemblaggi


le Aziende che volessero partecipare al Concorso Mondiale 2017 dovranno spedire i Campioni entro il 7 Marzo 2017






LABRENTA: 

IL TAPPO SUGHERA PRONTO A SCRIVERE 

UNA NUOVA PAGINA DELLA STORIA DEL VINO



Un tappo in microagglomerato di sughero legato senza uso di collanti. 
Grazie a due brevetti, coniuga sicurezza ed estetica



Si chiama Sughera il primo tappo in grado di ovviare al rischio di infezione da TCA (il fastidioso sentore di tappo) senza utilizzare collanti a contatto con il vino. È realizzato dall'azienda vicentina Labrenta, all'avanguardia a livello mondiale nella ricerca di chiusure per il vino, dopo un processo di ricerca durato oltre un decennio e coronato ora dal rilascio del brevetto (n. 1424843 del 3.10.2016). 
Sughera è un tappo in microagglomerato, perfettamente sterilizzato, legato senza utilizzo di collanti. L'innovazione consiste nell'applicazione di uno speciale blend di polimeri farmaceutici che svolge un'azione legante naturale nei microgranuli in sughero di cui è composto il tappo. Per i produttori di vino, questo significa poter offrire ai consumatori una chiusura più pura a livello sensoriale e organolettico, completamente riciclabile.
"Siamo di fronte – spiega Gianni Tagliapietra, CEO di Labrenta - ad un prodotto davvero rivoluzionario. Il mondo enologico negli ultimi anni si è rivolto in modo deciso verso i tappi in microagglomerato, trascurando il fatto che in questo modo si mettono a contatto con il vino collanti poliuretanici. La nostra azienda per prima ha studiato e realizzato un prodotto senza collanti che oggi si perfeziona con un'ulteriore innovazione".
Dopo due anni di test sul mercato, un'altra innovazione infatti perfeziona Sughera. Si tratta di un sofisticato procedimento di microiniezioni, frutto di un altro brevetto depositato da Labrenta, che permette di replicare la tradizione e la naturalità del sughero. Creando sulla sua superficie particolari scanalature realizzate ad arte per replicare in ogni minimo dettaglio il sughero monopezzo, dona un effetto sorprendente che non si limita al solo impatto visivo. Anche al tatto, la percezione naturale dell'effetto vellutato e morbido è la medesima. 

Labrenta, fondata nel 1971 a Breganze Vicenza, produce chiusure per il settore alimentare. Provide the right closure è il motto con cui si muove alla ricerca del tappo ideale per ciascuna esigenza di chiusura, attraverso prodotti in grado di unire design e funzionalità. Tutta la produzione è svolta in Italia e viene controllata da un Validation Process che si svolge in sette fasi. 
Sin dalla sua fondazione Labrenta ha destinato grande attenzione alla ricerca e sviluppo. L'obiettivo è quello di fornire ad ogni cliente la propria chiusura dedicandogli un servizio tailor made. L'anima creativa e scientifica de Labrenta, vive in D.Vision, la sezione interna in cui opera un team professionale giovane e altamente qualificato, dedicato esclusivamente allo sviluppo di nuovi progetti, ascoltare i clienti, le loro esigenze e di trasformare ogni loro intuizione in realtà. Idee che, grazie all'impiego di una stampante 3D, si materializzano in tempi brevissimi. Perché in Labrenta ogni cliente, con il suo prodotto, il suo brand, vengono gestiti con la consapevolezza della loro unicità. Perché un prodotto comunica il suo valore, a partire da ciò che lo contiene.

Altre informazioni sul sito dell'azienda, completamente rinnovato





Una degustazione senza precedenti di tutte le annate prodotte dal 1995 al 2011: nel reportage esclusivo realizzato da Ian D'Agata per Vinous, emerge la “straordinaria eleganza e longevità” di questa icona del vino italiano.





Una straordinaria verticale di Mille e una Notte a partire dall'annata di esordio, quella del 1995, fino a quella del 2011: è stata questa la degustazione completa e senza precedenti realizzata da uno dei massimi esperti di vino italiano, Ian D’Agata, in esclusiva per la testata internazionale Vinous.com fondata da Antonio Galloni.

Un viaggio nel tempo che racconta la “nascita di una moderna icona del vino”; voluto da Giacomo Rallo, fondatore di Donnafugata insieme alla moglieGabriella, il Mille e una Notte, come ricorda D’Agata, nacque grazie al determinante contributo dell’enologo Giacomo Tachis; a dargli questo nome fu invece Gabriella, colpita dalla grandezza evocativa di un vino così importante e particolare.


Protagoniste della degustazione sono state ben diciassette annate, ciascuna diversa dall'altra, ma tutte eccezionalmente rappresentative di un territorio nobile per la viticoltura, come quello delle colline della Tenuta di Donnafugata, nel cuore della Sicilia occidentale, a Contessa Entellina.
“Ho raramente degustato così tanti eccezionali Nero d’Avola in un’unica occasione” – scrive Ian D’Agata, – “ed il fatto che molte annate di Mille e una Notte presentino una straordinaria eleganza e longevità, non può che accrescere la reputazione di questo vino.”
D'Agata si dice inoltre “veramente impressionato dalla qualità riscontrata” in questa verticale che dimostra “quanta finezza e armonia i grandi Nero d'Avola possano avere.”
Per il livello mediamente così elevato di queste 17 annate consecutive di Mille e una Notte, Donnafugata si pone quale interprete di vertice del proprio territorio, del Nero d’Avola così come di vitigni che dal 2009 contribuiscono al blend, quali Petit Verdot e Syrah.


E a giudicare dai punteggi più alti, le recensioni di Vinous collocano il Mille e una Notte tra i rossi di maggior pregio in termini assoluti: 95+/100 all’annata 1995, “con tannini magicamente carezzevoli, il finale ha una grandissima lunghezza ed energia… impeccabilmente equilibrato, sembra molto più giovane dei suoi 21 anni e questo splendido vino potrà facilmente durare altri 10 anni”; 96+/100 all’annata 2008, fresco, denso con una rara pulizia e stile, un vino di epica fattura, ne amo specialmente la purezza e l’equilibrio… non penso che un Nero d’Avola possa essere migliore di questo, da bere fino al 2035”; 95/100 al 2011, “un vino morbido, ricco, rotondo, dal finale ampio e lungo, uno dei migliori assaggiati… si annuncia come un vero classico.”
“Abbiamo spesso assaggiato vecchie annate del nostro Mille e una Notte – afferma Antonio Rallo, wine-maker dell’azienda di famiglia – ma non avevamo mai provato una verticale completa prima d’ora, e questa realizzata per Vinous ci ha riservato ottime conferme ma anche bellissime sorprese come la straordinaria evoluzione del 1995.”


“Con intelligenza e rigore, Ian D’Agata ha saputo raccontare – afferma José Rallo, alla guida di Donnafugata insieme al fratello Antonio– “l’intera storia del Mille e una Notte, dalla genesi dell’ambizioso progetto dei miei genitori, fino ai giorni nostri, attraverso un’evoluzione di quasi 20 anni che fa emergere una costanza qualitativa di cui siamo profondamente orgogliosi.”

E mentre dopo oltre quattro anni di affinamento, il Mille e una Notte 2012 sta varcando proprio adesso i cancelli delle cantine storiche di Donnafugata, le annate 2013, 2014 e 2015 sono ancora in affinamento ed il 2016 sta per andare in bottiglia: è così che la visione di Giacomo e Gabriella continua a dare i suoi frutti preziosi.









Fantinel al party inaugurale di Donald Trump 


Fantinel fa breccia nel cuore dell’establishment statunitense e celebra con le proprie bollicine il nuovo insediamento alla Casa Bianca. Il Rosè “One&Only”, prestigioso spumante della cantina friulana, sarà infatti uno dei vini in mescita all’esclusivo after-party che venerdì 20 gennaio coronerà l’avvento di Donald Trump quale Presidente degli Stati Uniti D’America.

Organizzato dalla rivista “Forbes” e da Paolo Zampolli, noto diplomatico e amico di lunga di Marco Fantinel, l’evento si svolgerà dalle 22.30, a seguito delle varie cerimonie inaugurali in programma per la giornata, nell’ambito del raffinato “Living Room” club di Washington D.C, a pochi passi dalla Casa Bianca. Tra gli ospiti annunciati, oltre a governatori e membri del Congresso, celebrità quali Sylvester Stallone, Jon Voight e Kanye West.

Sono tanti i riconoscimenti che il marchio Fantinel, in particolare attraverso la collezione Spumanti, sta ottenendo recentemente, non solo da parte della critica di settore, ma anche dalla stampa generalista di livello internazionale. 

Se qualche anno fa il Prosecco “One&Only” era stato osannato come il vino che accompagnava Papa Francesco nei propri viaggi oltre oceano, quest’anno il Prosecco Extra-Dry è stato annoverato dalla rivista “Forbes” nell’Olimpo dei Prosecchi di maggior prestigio nonché premiato dalla britannica “The Morning Advertiser” quale top wine-brand del Regno Unito. Un successo globale, quello del marchio Fantinel, oggi comprovato dalla presenza in oltre 90 Paesi e rafforzato da una crescita aziendale in continuo sviluppo.