L’IMPORTANZA DI CREDERE NEI BIANCHI E A BORGO STAJNBECH CI CREDONO DAVVERO


Una verticale di Lison Classico Docg con i vini della Cantina Borgo Stajnbech dal 2013 al 2005

Proprio qualche settimana fa, sono stato invitato da Michelangelo Tagliente in una Cantina tra i confini di Veneto e Friuli, e insieme a Paolo Ianna abbiamo avuto l’occasione di essere depositari di una grande verticale, insolita, che  ha sottolineato le doti di un vitigno, il Tocai, che da queste parti hanno chiamato Lison e se coltivato in zone si grande tradizione vitivinicola può fregiarsi del titolo di “ Classico”

Siamo a Belfiore di Pramaggiore a qualche chilometro da Venezia nell’Azienda Borgo Stajnbech, ci accolgono i produttori, Giuliano Valent e Adriana Marinato che in un attimo ci fanno sentire a nostro agio in un ambiente davvero familiare, saranno i profumi di vino, sarà il camino con le braci pronte, sta di fatto che ci sentiamo gradevolmente coinvolti in questa degustazione ma prima due parole di introduzione del vitigno e del territorio che come già ricordato qui chiamano Lison Classico Docg. 

Si dice essere Friulano, ma sembra sia stato portato dai francesi nelle zone della Laguna Veneta, da dove poi avrebbe proseguito il cammino verso le terre friulane, trovando proprio nelle zone di Portogruaro, Pramaggiore e Annone Veneto il suo terroir più congeniale, soprattutto nella zona di Lison il terreno regala suadenti profumi all’uva, che deve avere un  grappolo piccolo, e deve maturare a spargolo molto aperto con l’acino rotondo e masticandolo possiamo sentire in bocca  una bella  aromaticità.Poi arrivano i profumi, quelli di  tiglio, fiori di acacia floreale giovane,  e  un bel tocco minerale con una piacevole  sapidità, e con la maturazione e l'evoluzione arrivano anche sentori di mandorla amara. La vinificazione avviene con la crio-macerazione, questo regala ai vini più longevità e persistenza dei profumi.

Seguendo poi il racconto di Giuliano, percepiamo anche la passione di un produttore che desidera soprattutto farci conoscere la sua filosofia del Lison Classico, e allora l’attenzione nelle potature, e al massimo 8/10 gemme per ceppo al fine di ottenere la qualità nei vini,  sia bianchi che rossi.
Come dicevo, una verticale insolita con un 2013 ancora in botte, che andrà in bottiglia verso fine giugno e sugli scaffali lo troveremo intorno a ottobre, ma il vino ha già un suo abito, dotato di gradevole beva, con profumi di pera, una leggera acidità e una bella mineralità. Poi dal 2012 all’2011 e il 2010 li troviamo di carattere, i profumi sono delicati, bella mineralità e struttura, con un finale lungo.
Nel 2009  trovo un naso piacevole, ottima la presenza in bocca, il vino è fine, persistente, ma sottolineo l'eleganza e la piacevolezza. Dal 2008 la legge impone di non pubblicare la denominazione Tocai, ma Lison Classico;  in questa annata e nell’annata 2006 trovo l’evoluzione dei profumi, che mettono in risalto il vino e fanno parte di un corredo molto personale. Forse una leggera sensazione di ridotto possiamo appena percepirla che se ne va ruotando leggermente il bicchiere, e vi garantisco, una beva davvero piacevole, mentre il 2005 tiene bene i suoi anni, e concede sentori di frutta candita e pesche sciroppate.



La cosa che sorprende, è come abbia tenuto il vino, un vino bianco che di solito si dice, destinato al consumo entro un paio d’anni,  ma che contrariamente all’immaginario collettivo, se tenuto  bene, in una buona cantina,  regge negli anni e ci regala belle soddisfazione, forse è questo che i produttori dovrebbero tenere a mente, un po’ come hanno fatto Giuliano e Adriana con i loro vini, hanno creduto nella potenzialità del loro Lison Classico e hanno sicuramente vinto la scommessa. Una buona filosofia la loro che un po’ mi appartiene, quella di trasformare i frutti della terra in melodia e come sempre…in alto i calici