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Nosiola, Il Carattere dei Vignaioli Trentini

Siamo  Riva del Garda, per “Arrivano i Vignaioli”, con l’occasione conosceremo i 40 Vigneron che fanno parte dell’Associazione Vignaioli Trentini.

Non parleremo soltanto della piacevolezza di bere un vino e conoscere un Vitigno autoctono come la Nosiola, ma cercheremo di scoprire perché è così diverso, con la sua personalità, con i profumi importanti il più antico vitigno bianco trentino, un vino che vorremmo fosse conosciuto di gran lunga oltre i confini regionali, perché gli appassionati lo richiedono, i ristoratori lo cercano, anche nelle sue diverse declinazioni, dal bianco giovane fino al Vino Santo di annate lontane, prodotto nella Valle dei Laghi, tra quello di Calavino, Cavèdine e quello di Toblino. La Nosiola, vino di profonda freschezza e dotato di una piacevole acidità, frutto delicato dell'uva che lo preserva, e che troviamo soltanto in piccole zone diventate ormai “Cru”. Nell'occasione di Riva del Garda, alla Rocca, i Vignaioli trentini si sono ritrovati per il secondo anno consecutivo, per confrontarsi e presentare ad un pubblico di professionisti il Vino ed il Vitigno Regina della giornata, oltre poi a tutti i vini di produzione trentina tra cui il Teroldego e il Marzemino tra gli autoctoni, per spaziare dal Müller Turghau al Sauvignon al Pinot Nero e poi gli internazionali come lo Chardonnay e addirittura il Syrah, poi la produzione di bollicine, Trento Doc, il Brut per eccellenza, ma non dispiace nemmeno il metodo Martinotti di Rudy Zeni, non dimentichiamoci che proprio a San Michele all’Adige si trova la scuola di enologia tra le più importanti d’Europa, fondata da Edmondo Mac, da dove escono preparati, la maggior parte degli Enologi del prossimo futuro.
Tornando alla nostra giornata, nel tardo pomeriggio, la degustazione è stata aperta anche agli appassionati, numerosi Wine Lovers arrivati da diverse regioni italiane e d’oltre confine. Ma torniamo all'incontro con i diversi caratteri della Nosiola, dicevo, ne abbiano davvero trovati di differenti, pensate che anni fa difficilmente si riuscivano ad avere 12 gradi alcolometrici con la vecchia concezione di fare Nosiola, oggi con le nuove tecniche in vigna e in cantina è stato superato anche questo scoglio. L'affinamento è sempre in botti di acacia ed i profumi esplodono, addirittura come già qualcuno ha sottolineato, alcune bottiglie possiamo davvero paragonarle ad uno Chablis francese.




Della Nosiola troveremo sempre una bella acidità, ripagata da una freschezza formidabile, con profumi delicati di fiori gialli e un finale ammandorlato.
Molte sono le Aziende che producono uve trattate biologicamente, da anni infatti in Trentino hanno scelto l'agricoltura biologica per le loro produzioni, e sono sempre i produttori a imprimere carattere ai vini, Vigneron che sono diventati interpreti di un nuovo modo di fare agricoltura montana, creatori di quei vini dove la qualità che troviamo in vigna, la riscopriamo in Cantina e sulle nostre tavole.
C'è poi da annoverare chi per primo negli anni settanta ha creduto nella produzione del Bianco Nosiola.
Proprio il Vignaiolo Alessandro Fanti che in quegli anni la vinificò con piacere. La sua è incredibile, dal paese di Pressano fino a San Michele all'Adige, dove le terre sono rossicce, che regalano mineralità,  poi ci mettiamo l'altitudine fra i 450 e 500 metri, ed il periodo, si vendemmia infatti tra il primo ed il venti Ottobre. Ecco allora queste note minerali, che primeggiano anche nella Nosiola del 2006 che si è affinata per il 40%  in legno di vecchie barrique e il  60 % in acciaio,  per donarci sentori di Petrolè ed un'ottima salivazione.
Anche Lorenzo Cesconi  è su a Pressano, e mi da l'idea che li ci sia un Terroir particolare perché la sua Nosiola 2002 è davvero importante, io, Matteo e Annie ci guardiamo,  e negli occhi leggiamo un piacevole stupore, poi ci viene sottolineato che le viti sono vecchie, dai 50 ai 100 anni, vino sempre affinato in botti di Acacia, e se anche il 2002 è stata una vendemmia terribile, la Nosiola ne ha trovato giovamento. Come la versione del 2001 dove i sentori di idrocarburi sono addirittura la nota principale insieme a fiori gialli e il finale  sempre ammandorlato
Mario Pojer ci da una visione anche sulla produzione regionale di Nosiola e salta agli occhi la cifra sbalorditiva, quando negli anni settanta la produzione era di 46.000 quintali che scende nel 2000 a 13.000, nel 2010 i quintali sono 10.461 per arrivare al 2011 soltanto a 9478 quintali.

Un'altra cosa che salta agli occhi è l'importanza di lavorare in gruppo come sanno fare i Vignaioli trentini, da qui in avanti c'è anche un progetto di valorizzazione genetica, oltre a sviluppare la Nosiola Spinarola.
Voglio mettere in evidenza anche la Nosiola dell'azienda  Pojer e Sandri  è la vendemmia del 2003,  possiamo davvero abbinarla a piatti importanti. La sua eleganza ci appaga. Chapeau !!!
Una piacevole sorpresa personale è con Erika Pedrini,  giovane e attenta Enologa,  dell'azienda Pravis, proprio nella Valle dei Laghi, a Calavino, ci racconta del suo territorio, di questa marna calcarea con le viti di 40 anni  cullate dall'Ora, un vento tiepido che arriva dal lago. La sua è la Nosiola del 2001 affinata in acacia e non in rovere perché il profumo del legno intenso coprirebbe i profumi delicati del vino, poi l' Uva appassita per due mesi e lasciata un anno in botte. Ecco un Vino con una bella spalla e un importante  mineralità. Da ricordare che gli impianti vecchi erano a Pergola semplice, ma la nuova generazione ha scelto la Spalliera.
Anche Elisabetta Foradori vinifica la Nosiola, addirittura la sua è la prima vendemmia che presenta, del 2009, una particolarità, lei vinifica in anfore, da qui l'accentuarsi delle acidità che conferiscono ricchezza di freschezza.
Posso dirvi che le varie interpretazioni della Nosiola ci intrigano, e sono davvero fuori dal comune, e questa è proprio l'occasione in cui possiamo  rendercene conto.

E poi iniziamo con le annate storiche, mai ci saremmo aspettati di trovare vini ancora con un carattere pieno e sentori puliti, come tutte le Nosiola che abbiamo avuto la piacevolezza di degustare.
Ecco “Maso Nero“ di Zeni del 1992 coltivata sulla collina di Pressano e vinificata in acciaio, e ancora la Nosiola del 1983 di Pojer e Sandri, quando la tecnologia era allo stato brado, in quegli anni si curavano soprattutto le chiarifiche, e  questa è la realtà della Nosiola dove trovi emozioni con profumi evoluti e sentori di pietra focaia



Ricordando che si accenna a questo vino già dal 1820 con la Nosiola Passita Castel Dublino, mi piace presentare il nettare dei nettari, il Vino Santo della Valle dei Laghi, quello di Francesco Poli Presidente in carica dell'Associazione, un Vino Santo Trentino del 1994 . Per questo vino occorre appassire il grappolo da fine settembre per 5 mesi fino a Pasqua.

 
Come il Vino Santo del 1993 dell'Azienda Pisoni, pregiato, importante, mai stucchevole, o quel Vino Santo Trentino del 1986 di Gino Pedrotti dove i profumi sono intensi, evoluti, ora più che mai emergono le note mielose cariche di suggestioni, per concludere con il Vino Santo del 1982 Arèle dell'azienda Pravis sempre nella Valle dei Laghi.



Sono stati davvero molti i vini degustati e come ci diceva Aurora Endrici splendida portavoce della manifestazione, i Produttori man mano che passavano i giorni antecedenti la manifestazione, trovavano quelle bottiglie di Nosiola che avevano quasi dimenticate, e quello era sicuramente il momento migliore per farle degustarle.
Diciamo che in quella giornata freddo, faceva freddo, ma vuoi l'atmosfera, vuoi ritrovare un ambiente unico di colleghi e amici ha aiutato.
Ho due cose in testa, vorrei che vini come questi degustati nell'occasione dell'incontro con i Vignaioli trentini, si potessero trovare anche in altre regioni italiane, vorrei trovarli in ristoranti con un ottimo rapporto qualità/prezzo e vorrei che il sommelier che ci presenta la Nosiola ne abbia bevuto almeno due bicchieri e almeno una volta abbia visitato il Trentino.





Le Nosiola ed il Vino Santo Trentino Degustati

1. FRANCESCO POLI, Nosiola "Maiano bianco" 2008

2. VIGNAIOLO FANTI Nosiola 2008

3. VIGNAIOLO FANTI Nosiola 2006

4. CESCONI Nosiola 2002

5. CESCONI Nosiola 2001

6. CASTEL NOARNA, Nosiola 2002

7. CASTEL NOARNA, Nosiola 2001

8. POJER&SANDRI, Nosiola 2003

9. PRAVIS, Nosiola L'Ora 2001

10. FORADORI, Nosiola "Fontanasanta" 2009

11. ZENI, Nosiola "Maso Nero" 1992

12. POJER E SANDRI, Nosiola 1983

13. FRANCESCO POLI, Vino Santo 1994

14. PISONI, Vino Santo 1993

15. GINO PEDROTTI, Vino Santo 1986

16. PRAVIS, Vino Santo Arèle 1982
 
 



 


A Rocca di Riva del Garda inizia la
Stagione del Vino
 
ArRIVAno i Vignaioli








La cornice è quella della Rocca di Riva del Garda, in provincia di Trento dove il 1° settembre 40 vignaioli del Trentino porteranno oltre 150 bottiglie in degustazione. Saranno presentate le tipologie Trento Doc oltre ai vini da vitigni autoctoni come Nosiola, Traminer, Teroldego, Lagrein, Marzemino e Moscato Rosa ma anche Chardonnay, Pinot Nero o Cabernet e Merlot.
40 i vignaioli del Trentino che si riuniscono nella spettacolare alla Rocca di Riva per la seconda edizione dell’evento estivo più atteso del vino trentino.  Grandi Vini che esprimono l’eccellenza enologica dei “Piccoli Produttori” della viticoltura Trentina. L’evento è organizzato dalla Associazione Vignaioli del Trentino con il patrocinio del Comune di Riva del Garda e Ingarda.

La degustazione si aprirà al pubblico dalle 17 e continuerà sino  alle 23 di Sabato 1 settembre. Nel corso della mattina avrà luogo una rara degustazione per stampa e addetti ai lavori dal titolo “Declinazione Nosiola: annate, territori e uomini di un’insospettabile passione trentina”. L’incontro avverrà alla presenza dei Produttori che da tutte le aree viticole del Trentino presenteranno in assaggio un vino di loro produzione, molte delle quali ormai introvabili. La degustazione verrà condotta da Aurora Endrici, donna del vino e comunicatrice.


Un'occasione anche per acquistare, perchè per l'evento i Vignaioli metteranno in vendita le bottiglie dei vini presentati. I prezzi dei vini saranno quelli operati direttamente in cantina.






 





 


 
 
I VIGNAIOLI e gli  Artigiani del gusto presenti all’evento saranno:
 

                           BALTER                     MADONNA DELLE VITTORIE

                          BELLAVEDER               MASO CANTANGHEL

 
BONGIOVANNI VALERIO                   MASO FURLI
 
CASTEL NOARNA                              MASO POLI
 
                       
                          CASIMIRO POLI                          MAXENTIA
                          CESCONI                                   MOLINO DEI LESSI
 
                           DE TARCZAL                            PELZ
  DONATI MARCO                         POJER E SANDRI
EREDI COBELLI                            POLI GIOVANNI
FEDRIZZI CIPRIANO                         POLI GIULIO
 
                         FORADORI                                       PRAVIS
                         FRANCESCO POLI                            REDONDEL
 
FRATELLI PISONI                             ROSI EUGENIO
                         GINO PEDROTTI                               VILAR
                         GORGA RENZO                       VIGNAIOLO GIUSEPPE FANTI

                         GRIGOLLI BRUNO                  VILLA PICCOLA
 
                        LA CADALORA                            VINDIMIAN RUDI
                        LE FONTANELLE                        ZANOTELLI
 
                         LONGARIVA                                ZENI






OLIO:
 
FRANTOIO MADONNA DELLE VITTORIE – ARCO
FRANTOIO AGRARIA DI RIVA DEL GARDA – RIVA DEL GARDA
FORMAGGIO:  CASEIFICIO TURNARIO – PEJO
SALUMI:  DAL MASSIMO GOLOSO – COREDO
PANE: PANIFICIO MODERNO - ISERA
 
Riva del Garda è una delle più importanti destinazioni turistiche del Nord Italia, autentica perla architettonica
dal centro storico incastonato nella riva trentina del celebre lago. Paradiso per gli amanti del relax, delle escursioni e degli sportivi provenienti da tutto il mondo, Riva del Garda è nota per la qualità della sua offerta alberghiera e per le numerose occasioni culturali di ampio respiro internazionale che si svolgono durante tutto l’anno. Di particolare interesse in concomitanza all’evento

“arRIVAno i Vignaioli”

è la straordinaria mostra personale dell’artista futurista Umberto Maganzini, presso il Museo Alto.



Inoltre Marcello DeLucca viticoltore Trentino ci racconta:
Rimangono alcuni fatti importanti da chiarire, dopo aver ascoltato trombe e campane da campagna elettorale sulla frutticoltura e l'agricoltura trentina.

Parlo della viticoltura, che un po' conosco da agricoltore e insegnante.
Vi invito a riflettere con dati micro, ma precisi.
Le buone pratiche agronomiche, i cambiamenti, prendono piede spesso in silenzio: noi agricoltori siamo i primi a conoscere i pericoli dei "pesticidi".
Principi attivi e veleni cancerogeni e mortali che si sono usati negli anni del dopoguerra, fino a una ventina di anni fa, sono banditi.
Da tempo noi viticoltori del Trentino usiamo i fitofarmaci in modo più responsabile e pulito: in provincia di Trento siamo nella media più virtuosi di Bolzano.
I protocolli d'intesa per la produzione viticola integrata sono rispettati. I controlli sull'uva vendemmiata sono precisi e severi.
Abbiamo eliminato da anni il principio attivo "mancozeb" come anticrittogamico.
Siamo in tanti a non usare insetticidi e a rispettare piante, animali e insetti utili. Da molti anni in viticoltura i feromoni hanno sostituito i veleni nella lotta alla tignola e alla tignoletta.

I diserbanti cominciano a sparire.

Ad esempio, senza concimi chimici, o riducendoli al minimo, non si usano più gli antibotritici che hanno tempi di carenza di 30-40 giorni, perché le viti, essendo equilibrate nella vegetazione, sono resistenti in modo naturale alle crittogame come la botrite, la peronospora e l'oidio.
Usiamo l'irrigazione cercando di risparmiare acqua e investiamo di tasca nostra negli impianti a goccia: il mito dei contributi a pioggia che gonfiano la viticoltura rimane una chiacchiera di corridoio, dati alla mano.
Un numero crescente di vignaioli e di aziende agricole pratica il metodo biologico e biodinamico: in Trentino siamo arrivati a 340 ettari di vigneti bio nel 2012.

E' bene procedere passo dopo passo, senza proclami o falsità.

Mi ripeto, ci pensiamo ai danni che l'infrastruttura Autobrennero ha causato e causa all'ambiente, o al traffico aereo che usa la valle dell'Adige e la Rotaliana come rotta di passaggio sulle Alpi a 360°?
Cosa scaricano sulle nostre vigne i camion pieni di merci a volte "ecocompatibili"?

Vogliamo pensare all'inceneritore che Lorenzo Dellai e Alberto Pacher insistono a far costruire a Ischia Podetti?
Che lo si chiami inceneritore, termovalorizzatore o gassificatore, vuol dire grossa ipoteca sulla viticoltura trentina e sulla sua evoluzione verso il rispetto della vita e dell'ambiente.

Ai nostri figli vogliamo lasciare un mondo un po' più pulito di come noi l'abbiamo trovato...la soluzione è semplice: insistiamo a migliorare in qualità la raccolta differenziata, si può fare col tempo. E controlliamo le discariche... ancora!

Gli integralismi del mercato e del finto ecologismo hanno fatto il loro tempo.
Gli agricoltori non sono così "ignari" come sostiene qualcuno.
Siamo noi, che da generazioni portiamo sulle tavole e sulle mense di tutti l'uva e i vini del Trentino, con amore.
Marcello Delucca, viticoltore, Mezzolombardo