Il Rossese di Dolceacqua

Grazie a Valentina Vercelli leggiamo:

Per trovare le migliori bottiglie di questo raro vino rosso paragonato al Pinot Nero, bisogna andare nel Ponente Ligure. Ottimo da bere in estate, si può servire fresco, anche in abbinamento al pesce
Prodotto in esigua quantità nel Ponente Ligure, nella Val Nervia e nella Valle Crosia, in provincia di Imperia, per alcuni è il Pinot Noir della Liguria. Qualche affinità con il vitigno a bacca rossa più amato al mondo, in effetti, ce l’ha: il Rossese dà un vino elegante ma di buon corpo, che si può consumare giovane, ma che è anche adatto all’invecchiamento, regalando risultati complessi ed entusiasmanti con il passare degli anni.
Di colore rosso rubino brillante, al naso il Rossese sa di fiori e frutti rossi, con sentori di agrumi maturi, cipria, tabacco e spezie. L’assaggio conferma i profumi regalando inoltre pepe, ruggine, cacao, mentuccia e quel sentore di “pollaio” tipico del Pinot Nero.
Tutelato con la Doc dal 1972, è il primo vino a Denominazione della Liguria.
 Leggende vogliono che il Rossese fosse già noto secoli fa, forse importato dai Doria che avevano un castello a Dolceacqua, che Papa Paolo III Farnese ne fosse un’entusiasta estimatore e che anche Napoleone ebbe occasione di berne e gli piacque al punto da farsene spedire alcune botti a Parigi; in realtà, un tempo era molto più famoso il Rossese bianco della zona, che ha dato poi il nome alla versione rossa: il nome, infatti, non deriva dal colore rosso rubino del vino, ma dal francese roché e indica la natura del terreno roccioso su cui viene coltivato.

La pianta, spesso allevata ad alberello, ha foglia medio-grande pentagonale ed eptalobata; il grappolo è di medie dimensioni e di forma piramidale, con una o due ali e può essere spargolo; l’acino è medio-piccolo, con buccia di medio spessore e colore violetto o blu-nero.

Il Rossese è il vino ideale per chi non rinuncia a bere il rosso in estate; grazie alla sua versatilità, infatti, soprattutto nelle versioni giovani, si sposa con pesce azzurro crudo, sashimi di tonno, formaggi a pasta molle, carne bianca e verdure alla griglia, torte di verdure, stoccafisso alla ligure e può essere servito anche fresco. Le versioni invecchiate invece devono essere stappate a 18° e abbinate con carni rosse alla griglia, coniglio alla ligure, capretto e agnello al forno e selvaggina da piuma.
Un consiglio: cercate l’annata 2010, considerata da alcuni produttori la migliore da qualche decennio a questa parte.