Rivoluzione
per il Bardolino e il Chiaretto: approvata la modifica del disciplinare che
liberalizza tutti i tipi di tappo
È una piccola rivoluzione quella messa
in atto dal Consorzio di tutela del Bardolino: è stato liberalizzato l’utilizzo
di qualunque tipologia di tappi per le bottiglie del Bardolino e della sua
versione rosata, il Chiaretto. La modifica in tal senso del disciplinare di
produzione è stata approvata dal Comitato nazionale vini nella seduta dello
scorso 23 luglio. La nuova dizione dell’articolo 8 del disciplinare della DOC del Bardolino e del Chiaretto prevede ora semplicemente che per i vini della
denominazione “è obbligatorio l’uso delle tradizionali bottiglie e fiaschi di
vetro”, senza alcuna indicazione del tipo di chiusura (che invece era
espressamente indicata in precedenza) ed inoltre che per il Bardolino “senza
alcuna specificazione aggiuntiva”, si possono utilizzare anche i bag-in-box
fino a 3 litri. Di fatto, si tratta di una delle norme in assoluto più
elastiche dell’intero panorama vinicolo italiano.
“La
liberalizzazione dei sistemi di chiusura dei nostri vini – spiega il presidente
del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi – era un’esigenza
sentita per poter rispondere efficacemente alla domanda proveniente dai distributori
e dai consumatori soprattutto di numerosi Paesi europei ed extraeuropei, che
manifestano un crescente interesse per i vini confezionati con chiusure
alternative rispetto al tradizionale tappo di sughero o di materiale sintetico,
in particolare quando si tratti di vini di pronta beva come i nostri. Appena
emanato il decreto che consentiva di rivedere le vecchie norme, il Consiglio di amministrazione e
l’Assemblea dei soci del Consorzio del Bardolino hanno deliberato una
variazione del disciplinare, superando ogni precedente previsione che impedisse
il libero utilizzo di qualunque forma di chiusura. Ora il Comitato nazionale
vini, cui va il ringraziamento per la sensibilità dimostrata, ha approvato la
modifica del disciplinare, per cui i tappi alternativi, finalmente, non sono
più un tabù.”
Per il
Consorzio del Bardolino e per i suoi produttori resta solo un ultimo scoglio da
superare verso la totale liberalizzazione: consentire che si possa usare il
bag-in-box non solo per il Bardolino, ma anche per il Chiaretto. “Il problema –
dice il presidente del Consorzio di tutela – è prettamente burocratico e deriva
da un elenco che si trova allegato al decreto che regola le doc italiane. In
tale elenco, si cita il termine Chiaretto tra le menzioni per le quali è
possibile confezionare il vino solo in bottiglia di vetro. Si tratta insomma di
un anacronistico impedimento di natura formale, che speriamo venga superato,
perché soprattutto le popolazioni nordiche manifestano una forte sensibilità per forme di chiusura e di confezionamento dei vini
che siano alternative rispetto a quelle tradizionali, e questo per ragioni di
carattere pratico, come una maggiore facilità di apertura, di conservazione e
di utilizzo, e per motivi di carattere ecologico, come una maggiore facilità
nello smaltimento dei rifiuti o la preferenza per prodotti confezionati con
materiali agevolmente riciclabili. In questi Paesi il consumo del vino è
sostanzialmente nuovo e non esistono pertanto formalismi tradizionali: è
assurdo che un cavillo burocratico ci impedisca di soddisfare le loro richieste
di bag-in-box di Chiaretto.”